Importanza della gestione del baricentro corporeo

Importanza della gestione del baricentro

Oggi voglio parlarvi dell’importanza della gestione  del baricentro corporeo nella prevenzione delle cadute e nei movimenti quotidiani.

Il baricentro è il punto in cui si concentra il peso di un corpo, e varia a seconda della posizione che assumiamo.

Baricentro corporeo

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Per mantenere l’equilibrio, il baricentro deve rimanere all’interno della base di sostegno, cioè l’area delimitata dai punti di appoggio a terra. Se il baricentro esce dalla base di sostegno, si può verificare una caduta.

Perché è importante conoscere il proprio baricentro?

Perché ci aiuta a muoverci in modo più sicuro ed efficace, soprattutto quando dobbiamo cambiare posizione o spostare degli oggetti.

Ad esempio: se dobbiamo sollevare una valigia dal pavimento, dobbiamo piegarci in avanti piegare leggermente le gambe e abbassare il baricentro, mantenendolo all’interno della base di sostegno. Se invece ci pieghiamo solo dalla vita, il baricentro si sposta in avanti e rischiamo di perdere l’equilibrio.

Forse non ci pensate, ma ogni volta che fate questo tipo di attività, mettete sotto sforzo la vostra schiena, i vostri muscoli e le vostre articolazioni. Per evitare di causare danni, a volte irreversibili, è fondamentale seguire alcune regole di base che vi aiuteranno a rendere lo sforzo meno pesante e a prevenire lesioni.

La prima regola è quella di prestare attenzione al nostro baricentro, cioè il punto intorno a cui si distribuisce il peso del nostro corpo.

Importanza del baricentro corporeo

Per sollevare o spostare oggetti, dobbiamo cercare di mantenere il baricentro il più possibile sotto controllo, evitando di inclinare troppo il busto in avanti o indietro. In questo modo, riduciamo la pressione sulla colonna vertebrale e sui dischi intervertebrali, che sono le strutture più delicate e soggette a usura.

Inoltre, dobbiamo fare attenzione a non sollevare o spostare oggetti troppo lontani dal nostro corpo, ma tenerli vicini al nostro baricentro, in modo da non creare una leva sfavorevole che aumenta lo sforzo richiesto.

Questo ragionamento è utile tenerlo presente per non sovraccaricare anche altre articolazioni come ginocchia e spalle.

Come possiamo migliorare la gestione del nostro baricentro? Ci sono diversi esercizi che possiamo fare per migliorare la nostra consapevolezza e il nostro controllo.

Difficilmente ci metteremo alla prova con questi esercizi ma è giusto sapere cosa eventualmente fare per migliorare la nostra forma fisica

Alcuni esempi includono:

possiamo provare a stare in piedi su una gamba sola e spostare il busto in diverse direzioni, cercando di mantenere l’equilibrio.

Possiamo camminare su una linea retta, alternando passi lunghi e corti, avanti e indietro.

Oppure possiamo usare una palla medica o un altro oggetto pesante e passarlo da una mano all’altra, da sopra la testa ai fianchi, da davanti a dietro.

Esercizi di equilibrio: Camminare sulla punta dei piedi, sul tallone o sulla corda o eseguire esercizi su superfici instabili come tappeti di gomma.

Esercizi di forza: Lavorare sui muscoli delle gambe e dei glutei, poiché sono fondamentali per mantenere l’equilibrio. Squat, affondi, step-up e ponti glutei sono solo alcuni esempi di esercizi di forza che migliorano il baricentro corporeo.

Esercizi di coordinazione: Allenare il corpo a eseguire movimenti complessi e coordinati può aiutare a migliorare il controllo del baricentro corporeo. Esempi di questi esercizi includono il tai chi, lo yoga o il pilates.

Questi sono solo alcuni esempi di come possiamo migliorare il nostro baricentro e prevenire le cadute. Ricordate che il baricentro è fondamentale per i nostri movimenti quotidiani ed è fondamentale per aumentare l’efficienza fisica in particolare se dobbiamo fare movimenti ripetitivi come spesso avviene nell’ ambiente di lavoro, e che con un po’ di pratica possiamo renderlo più stabile e flessibile. Spero che questo post vi sia stato utile. Alla prossima!

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Perchè ho dolori che fino a ieri non avevo?

Pechè ho dolori che fino a ieri non avevo

Una domanda molto ricorrente è” perchè ho dolori che fino a ieri non avevo”??

Chiaramente la persona interessata non riesce a capire perchè se fino al giorno prima stava bene oggi non più, anche se non ha ricordo di traumi o movimenti particolari che possano giustificare il sintomo.

Questa è una realtà molto comune per molte persone che svolgono lavori o attività fisiche che richiedono movimenti ripetitivi. Sebbene sia vero che i movimenti ripetitivi ci permettano di risparmiare energia nell’esecuzione di tali attività, possono anche avere conseguenze negative sul nostro corpo a lungo termine.

C’è ancora la convinzione che, siccome siamo allenati a fare una determinata cosa, questo dovrebbe prevenire dolori e affaticamenti ma in realtà è vero fino ad un certo punto oltre il quale il nostro fisico non riesce più a sopportare quanto richiesto.

L’uso continuo degli stessi muscoli e delle stesse articolazioni può portare ad una maggiore possibilità di usura, infiammazione e problemi cronici dei tessuti coinvolti. Ad esempio, i lavoratori che svolgono attività manuali ripetitive come l’assemblaggio o la digitazione continuativa al PC possono soffrire di sindrome del tunnel carpale o tendinite a causa dello stress costante sui muscoli e sui tendini delle mani e dei polsi.

Inoltre, i movimenti ripetitivi possono anche causare squilibri muscolari, in quanto alcuni gruppi muscolari possono essere sovraccaricati mentre altri possono essere sotto utilizzati. Ciò può portare a problemi di postura e alla comparsa di dolori muscolari e articolari.

Per prevenire o ridurre tali problemi, è importante adottare misure protettive come fare pause frequenti durante il lavoro per alternare i movimenti, fare esercizi di stretching per rilassare i muscoli e le articolazioni coinvolte, mantenere una postura corretta durante l’esecuzione del movimento e utilizzare eventualmente attrezzi ergonomici o dispositivi di aiuto per ridurre lo stress sul corpo.

Inoltre, è consigliabile praticare anche altre attività fisiche o sportive che coinvolgano movimenti diversi da quelli abituali del lavoro quotidiano, così da bilanciare l’uso dei muscoli e delle articolazioni e prevenire l’eccessivo stress su determinate parti del corpo.

In conclusione, sebbene i movimenti ripetitivi siano spesso necessari per le nostre attività quotidiane, è importante prestare attenzione ai segnali che il nostro corpo ci invia e adottare misure preventive per prevenire il dolore e la cronicizzazione dei tessuti coinvolti.

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Se non rallentiamo l’attività mentale il fisico non può rilassarsi.

Attività mentale e dolori

L’attività mentale è strettamente legata al benessere fisico. Quando la nostra mente è sovraccarica di stress, preoccupazioni o ansia, può influire negativamente sul nostro corpo e sulle nostre patologie.

Ad esempio, lo stress cronico può causare disturbi del sonno, compromettere il sistema immunitario, aumentare la pressione sanguigna e causare tensioni muscolari, cefalea, stanchezza cronica.

Inoltre, una mente occupata può renderci meno propensi a prendere cura del nostro corpo, adottando abitudini alimentari poco salutari o trascurando l’attività fisica.

Molto spesso anche durante le sedute di fisioterapia il paziente non riesce a staccare la spina dai propri impegni e questo limita e rallenta molto i risultati possibili.

Già molto tempo fa anche nella mia esperienza professionale mi ero sempre interessato di come i pazienti delle terme ottenevano benefici ben superiori alle terapie eseguite e questo era spesso dovuto al fatto che l’ambiente rilassato e lontano dalle preoccupazioni quotidiane permetteva di avere risultati migliori con minor fatica.

Dunque, per ottenere un miglioramento su problemi dovuti principalmente a tensioni muscolari, è importante trovare modi per ridurre l’attività mentale per poter promuovere anche il benessere fisico. Questo può includere pratiche come la meditazione, il rilassamento, lo yoga, l’ascolto della musica, attività fisiche preferibilmente all’aperto o l’assunzione di pause di svago regolari per rilassarsi e rinnovarsi.

Inoltre, un’alimentazione equilibrata e l’esercizio fisico regolare possono contribuire a ridurre lo stress e migliorare il benessere mentale, creando così un circolo virtuoso tra mente e corpo.

In conclusione, l‘attività mentale e problemi fisici sono strettamente legati e influenzano reciprocamente il nostro benessere complessivo. Ridurre l’attività mentale per promuovere un equilibrio tra mente e corpo è essenziale per ottenere un miglioramento fisico.

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Flessibilità articolare e rigidità muscolare

Flessibilità articolare e rigidità muscolare

Un problema comune che si incontra nella pratica clinica è la difficoltà di gestire un paziente che presenta notevole flessibilità articolare e rigidità muscolare. Questa condizione può essere dovuta a vari fattori, tra cui traumi, posture scorrette, stress, disfunzioni viscerali o neurologiche. In questo post cercherò di spiegare le possibili cause e le strategie di trattamento per questo tipo di paziente.

La rigidità muscolare o fasciale è una riduzione dell’elasticità e della mobilità dei tessuti molli che avvolgono e collegano i muscoli, le ossa, gli organi e i nervi. Può essere localizzata o diffusa, e può causare dolore, limitazione del movimento, alterazione della postura e della funzione. Può essere valutata tramite test manuali o funzionali.

L’ipermobilità articolare è una condizione in cui le articolazioni hanno un range di movimento superiore alla norma, senza segni di patologia. L’ipermobilità può essere congenita o acquisita, e può interessare una o più articolazioni.

Normalmente ci si aspetterebbe che rigidità e flessibilità siano correlate ma l’ evidenza quotidiana ci dimostra che in molti casi sono caratteristiche indipendenti tra loro.

La combinazione di rigidità muscolare o fasciale e ipermobilità articolare può creare un quadro clinico complesso e sfidante. Da un lato, la rigidità può limitare la funzione e la qualità di vita del paziente, richiedendo interventi di allungamento, mobilizzazione, rilassamento e rinforzo dei tessuti coinvolti. Dall’altro lato, l’ipermobilità può esporre il paziente a un maggior rischio di instabilità, sublussazioni, lesioni e infiammazioni articolari, richiedendo interventi di stabilizzazione, protezione, educazione e controllo motorio delle articolazioni iperlasse.

Quindi, la flessibilità articolare e la rigidità muscolare sono caratteristiche complesse che possono essere influenzate da molti fattori.

Purtroppo questa caratteristica pone non pochi problemi per trovare le tecniche fisioterapiche o attività fisiche adeguate quando il problema riguarda prevalentemente la rigidità muscolare.

In particolare il trattamento di un paziente con rigidità muscolare o fasciale e ipermobilità articolare deve essere personalizzato in base alle caratteristiche individuali, agli obiettivi e alle esigenze del paziente. Alcune linee guida generali sono:

– Valutare accuratamente il paziente per identificare le aree di rigidità e ipermobilità, le possibili cause e le conseguenze funzionali.
– Trattare la rigidità con tecniche manuali, strumentali o esercizi che mirano a migliorare l’elasticità e la mobilità dei tessuti molli, senza compromettere la stabilità articolare. Anche se lo stretching non sempre riesce ad interessare i muscoli interessati proprio a causa della ipermobilità articolare.
– Educare il paziente sulle cause e le conseguenze della sua condizione, sulle precauzioni da adottare e sulle strategie per prevenire o gestire eventuali complicanze.

Gestire la tolleranza al dolore: Il trattamento della rigidità muscolare risponde abbastanza bene con tecniche manuali dirette come massaggio profondo, connettivale oppure tecniche di rilassamento fasciale ma può comportare una certa dose di disagio, in particolare inizialmente. È importante lavorare in modo da gestire la tolleranza al dolore del paziente, modulando l’intensità e la durata delle tecniche utilizzate per garantire una terapia efficace senza causare eccessivo disagio.

Sviluppare strategie di rilassamento muscolare: Nella presenza di rigidità muscolare, può essere difficile ottenere un adeguato rilassamento muscolare. Si devono sviluppare strategie di rilassamento muscolare, come respirazione profonda, tecniche di rilassamento progressivo dei muscoli, l’utilizzo di calore, attività fisica preferibilmente aerobica per ottenere risultati efficaci.

Combattere le abitudini motorie errate: In presenza di rigidità muscolare, è comune nei pazienti che svolgono attività sedentaria oppure eccessiva attività fisica . Si dovrà identificare e correggere queste abitudini, aiutando il paziente a riapprendere i corretti schemi motori per promuovere una buona postura e un movimento appropriato.

Sostenere la motivazione del paziente: Le difficoltà associate alla lassità articolare e alla rigidità muscolare possono influire sulla motivazione dei pazienti nel perseguire il trattamento a lungo termine. Il fisioterapista dovrà impegnarsi attivamente nel motivare il paziente, fornendo la giusta quantità di supporto emotivo e incoraggiamento per mantenere l’impegno nel completo percorso di recupero.

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“Non mollare mai”….aspetti negativi

Non mollare mai aspettinegativi

In alcuni casi, però, il concetto di non mollare ha anche aspetti negativi e può essere un ostacolo per il recupero fisico in fisioterapia. A volte, i pazienti possono concentrarsi troppo sull’obiettivo di non mollare mai e forzare il proprio corpo oltre i propri limiti, ignorando segnali di dolore o affaticamento.

Questa mentalità di non mollare mai può portare a una ritardata guarigione o addirittura a ulteriori lesioni. È importante che i fisioterapisti ed i pazienti lavorino insieme per trovare un equilibrio tra lo sforzo e il riposo, comprendendo che anche il recupero richiede tempo e pazienza.

Inoltre, il concetto di non mollare mai può anche comportare una maggior frustrazione se i risultati non arrivano rapidamente, portando i pazienti a sentirsi demotivati o scoraggiati. È fondamentale che i pazienti abbiano un atteggiamento realistico nei confronti del processo di riabilitazione e imparino a gestire le aspettative, riconoscendo che il recupero può richiedere tempo e che potrebbero esserci alti e bassi lungo il percorso.

In conclusione, mentre il concetto di non mollare mai può essere una fonte di motivazione per molti pazienti, è fondamentale che sia bilanciato con il rispetto per i limiti del corpo e un atteggiamento realistico verso il processo di recupero. Lavorare di concerto con il proprio fisioterapista e seguire un programma di riabilitazione personalizzato sono metodi essenziali per avere successo nel percorso di guarigione fisica.

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