
L’effetto placebo non è solo suggestione perché coinvolge meccanismi neurobiologici complessi che vanno oltre il semplice potere dell’aspettativa o della convinzione del paziente.
Per molto tempo abbiamo creduto che l’effetto placebo fosse dovuto alla suggestione, cioè alla semplice credenza che una terapia fosse efficace solo nella convinzione del paziente ma, con il contributo delle Neuroscienze, abbiamo capito che il miglioramento è dovuto a veri e propri cambiamenti biochimici.
Questo effetto può essere presente anche in fisioterapia ma non deve essere visto come negativo, anzi, deve essere capito e sfruttato sempre di più per avere un effetto positivo perchè può migliorare l’effetto delle terapie.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’effetto placebo può attivare diverse regioni del cervello, come l’insula, l’ipotalamo, l’ippocampo e il sistema di ricompensa. Queste aree sono coinvolte nella modulazione del dolore, dell’ansia, dell’umore e delle risposte automatiche del corpo.
Alcuni studi hanno anche evidenziato l’effetto placebo tramite il rilascio di endorfine, sostanze chimiche naturali del cervello che agiscono come analgesici e possono ridurre il dolore. Inoltre, altri meccanismi biologici, come l’aumento della produzione di dopamina e l’attivazione del sistema immunitario, possono essere influenzati dall’effetto placebo.
L’effetto placebo può anche essere condizionato da fattori ambientali, come il contesto del trattamento, la qualità della relazione terapeutica e l’esperienza passata del paziente.
In definitiva, l’effetto placebo è un complesso fenomeno che coinvolge una combinazione di aspetti psicologici, neurobiologici e sociali. Non è semplicemente il risultato della suggestione del paziente, ma è influenzato da una serie di fattori che possono avere un impatto sulle risposte fisiologiche e psicologiche di una persona.