Uno degli aspetti più trascurati è la preparazione del paziente in attesa di operazione di protesi articolare. Ci si dimentica che la persona è reduce da un periodo molto lungo, anche di anni, che molto probabilmente ha compromesso la forza e l’elasticità dei gruppi muscolari legati al movimento dell’articolazione interessata.
Senza trascurare il fatto che tutta la persona viene in qualche modo interessata a questa perdita di forma fisica.
Prevedere un periodo che varia da uno a tre mesi di attività fisica in palestra, con una certa frequenza e impegno, può permettere di arrivare all’operazione in condizioni fisiche migliori con il vantaggio che il recupero post-operatorio verrà facilitato.
Naturalmente, la condizione fondamentale per ottenere il massimo beneficio è quella di lavorare in assenza o con pochissimo dolore per non irritare o, peggio ancora, infiammare e quindi vanificare ogni possibile progresso. La letteratura scientifica da tempo studia questo problema e, anche se le conclusioni non sono definitive e a volte contrastanti, il valore dell’intervento, in particolare nei soggetti più anziani o deboli, resta valido.
A parte gli esercizi che interessano globalmente tutta la persona, è necessario, in particolare dopo l’artroprotesi d’anca, focalizzare il lavoro su tutti quei gruppi muscolari direttamente interessati alla stabilizzazione dell’articolazione. Questo perché spesso non sono muscoli che vengono coinvolti a sufficienza nelle attività fisiche tradizionali.
Questo aspetto va preso in seria considerazione anche dopo l’operazione con una valutazione attenta di tutti i movimenti per ottenere il massimo recupero funzionale e per avere la massima soddisfazione con un ritorno ad una vita normale nel più breve tempo possibile.
Quindi, anche nella fase di recupero post-operatorio, oltre agli esercizi generali dettati dal protocollo ospedaliero andranno valutati attentamente tutti quei gruppi muscolari che difficilmente recuperano spontaneamente con l’esecuzione di esercizi specifici, prima sotto la guida del fisioterapista e poi, una volta capito l’obiettivo da raggiungere, proseguendo a casa.
Da questo la necessità di ragionare in maniera più ampia possibile per capire ed adeguare l’attività fisica alle reali condizioni generali della persona.