Cosa sono i microtraumi?

Cosa sono i microtraumi

Cosa sono i microtraumi e come influenzano la nostra salute?

I microtraumi creano delle piccolissime lesioni nelle articolazione, muscoli o legamenti che, se sono occasionali, non creano particolari problemi, ma se vengono subiti per diversi mesi o peggio anni possono essere la causa di lesioni croniche in questi tessuti.

Come in moltissimi problemi che vediamo quotidianamente questo evento avviene nella maggior parte dei casi in modo indolore così che la persona difficilmente si rende conto di tutto questo fino ad un certo punto nel quale il nostro fisico non riesce più a gestire questa situazione e iniziano i dolori.

Possono essere causati in quasi tutte le attività quotidiane: dai lavori di casa, al nostro lavoro oppure nelle attività sportive . Queste lesioni se non vengono trattate possono provocare infiammazione, dolore, rigidità, contratture e alterazioni della funzione dei tessuti coinvolti.

I microtraumi possono colpire qualsiasi parte del corpo, ma sono più frequenti nella colonna vertebrale e le articolazioni periferiche.

Alcuni esempi di microtraumi sono:

– La sindrome del tunnel carpale, causata da una compressione del nervo mediano al polso a seguito di movimenti ripetitivi della mano e del polso (ad esempio digitare al computer, usare il mouse, suonare uno strumento musicale).
Dolore cervicale, causata da una tensione cronica dei muscoli del collo e delle spalle a causa di posture scorrette (ad esempio tenere il telefono tra l’orecchio e la spalla, guardare lo schermo del computer troppo in alto o in basso, dormire su un cuscino troppo alto o basso, carichi eccessivi sulle braccia). Da non sottovalutare la possibilità che, oltre ai sintomi cervicali, si può aggiungere anche la fastidiosa vertigine sempre dovuta a interessamento delle prime vertebre cervicali.
Dolore lombare, causata da una sovraccarico dei dischi intervertebrali e dei legamenti della zona lombare a causa di sollevamento di pesi eccessivi, sedentarietà, obesità, gravidanza.
Tendinite, causata da una infiammazione dei tendini a causa di movimenti ripetitivi o eccessivi delle articolazioni (ad esempio correre, saltare, sollevamento di pesi eccessivi).

I microtraumi possono essere prevenuti o curati con alcune misure:

– Mantenere una buona postura in ogni situazione (seduti, in piedi, sdraiati)
– Fare esercizio fisico regolare e adeguato al proprio livello di forma fisica
– Alternare i periodi di attività con quelli di riposo
– Evitare movimenti bruschi o forzati
– Usare attrezzature ergonomiche (sedia, scrivania, tastiera, mouse)
– Fare stretching prima e dopo l’attività fisica
– Bere molta acqua per idratare i tessuti
– Seguire una dieta equilibrata e ricca di antiossidanti
– Ridurre lo stress e le tensioni emotive.

Se i sintomi persistono o peggiorano, è consigliabile consultare un medico che può valutare la situazione e proporre il trattamento più adatto.

Il trattamento può consistere in:

Terapia manuale: (massaggi, manipolazioni, mobilizzazioni)

Osteopatia: (tecniche fasciali, manipolazioni)

Terapia fisica: (calore, freddo, ultrasuoni, laser, elettrostimolazione)

Esercizi terapeutici: (rinforzo muscolare, allungamento, rieducazione posturale)

Nei casì più difficili e solo su indicazione medica:
– Farmaci antinfiammatori o antidolorifici
– Infiltrazioni o iniezioni locali

I microtraumi sono un fenomeno molto comune che può compromettere la qualità della vita se non viengono affrontati in tempo. Molto spesso la comparsa dei sintomi fisici in un paziente è solo il risultato di molti microtraumi subiti nel tempo. Per questo è importante prestare attenzione ai segnali che il nostro corpo ci invia e intervenire prima che sia troppo tardi. Alla prossima!

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Come interpretare e gestire un’edema dopo un trauma

Come gestire l'edema dopo un trauma

Un edema è un accumulo di liquido nei tessuti del corpo. Quando è di origine traumatica, l’edema si può formare in seguito a contusione, distorsione o frattura. L’edema può comparire poche ore dopo la contusione e i tessuti diventano dapprima molli e la cute pallida, fredda, lucida e a volte cianotica fino a che compare il vero e proprio gonfiore.

Importante sapere che l’edema è una reazione di difesa del corpo, non il problema, come spesso si crede, e che la sua risoluzione è sempre la conseguenza della guarigione del trauma sottostante che l’ha causato.

La guarigione di un edema è relativamente semplice e priva di complicazioni se di origine traumatica. Tuttavia, se  è grave ed è presente un’eventuale ematoma sono indicati trattamenti locali per favorirne il riassorbimento come: Bagni di contrasto alternando acqua calda e fredda, preferire posizione con l’arto interessato sollevato, linfodrenaggio per veicolare i liquidi in eccesso, impacchi di argilla preparata che ha il vantaggio di essere completa di prodotti naturali che ne aumentano l’efficacia.

In ogni caso la risoluzione del problema è regolato da fattori biologici che hanno bisogno del loro tempo per portare a termine la guarigione. Molto spesso possiamo capire che il trauma sta procedendo positivamente verso la guarigione proprio con la riduzione dell’edema stesso.

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Distorsione della caviglia

Distorsione della caviglia

Trauma molto frequente non solo tra gli sportivi la distorsione della caviglia è uno dei più invalidanti perché obbliga spesso ad un lungo riposo.

La fase acuta è già stata ampiamente descritta da molti medici e colleghi fisioterapisti e a riguardo non c’è molto da aggiungere. Però ci sono delle situazioni che non si risolvono spontaneamente e devono essere prese singolarmente per capire esattamente quali strutture sono state interessate dal trauma.

Oltre al legamento che collega il malleolo esterno all’ astralago e al calcagno, struttura quasi sempre interessata, ci sono altre parti del piede che possono essere all’origine di dolori persistenti.

La prima articolazione ad essere interessata è quella alla base del quinto metatarso con il cuboide che fa da perno al piede nel momento della caduta e molto spesso si può fatturare. Inoltre ci sono altre ossa o meglio articolazioni del medio piede, cioè quella parte del piede che collega la caviglia alle dita del piede, che possono rimanere bloccate dopo il trauma.

Questa spiegazione vuole essere di aiuto per capire perché il dolore può permanere per diverso tempo anche se la caviglia sembra guarita. Praticamente nel momento della caduta queste articolazione possono essere forzate in maniera esagerata fino a generare un vero e proprio trauma articolare che se non risolto non permette la piena guarigione.

La prassi vuole che oltre le valutazioni classiche delle strutture sopraelencate si vadano a vedere una ad una queste articolazioni per individuare quelle maggiormente interessate e, successivamente, tramite tecniche di terapia manuale si cerca di ripristinare il normale movimento tra di esse.

Superfluo ricordare che anche dopo la scomparsa del dolore è sempre necessario fare una breve valutazione della stabilità della caviglia in quanto non sempre viene recuperata spontaneamente. Questo, molto spesso, spiega perché dopo una prima distorsione se ne verificano altre con relativa facilità. Alcuni esercizi di ginnastica propriocettiva che possono essere eseguiti tranquillamente a casa una volta imparati possono evitare le recidive e, ancora peggio, la possibilità che troppi traumi subiti dall’articolazione possano,  nel tempo, evolvere in artrosi e inevitabili dolori cronici.

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Come si usa il ghiaccio dopo un trauma

Uso del ghiaccio dopo trauma

Sicuramente a tutti è capitato di usare il ghiaccio dopo un trauma o durante l’infiammazione di una articolazione

Spesso però lo usiamo in maniera completamente errata perché si crede, erroneamente, che più a lungo viene tenuto nella parte interessata e meglio è. 

Purtroppo così facendo rischiamo di aumentare ancora di più l’infiammazione già presente a causa della reazione dovuta al congelamento della parte stessa. 

Buona cosa quindi è utilizzarlo per pochi minuti sempre avvolto da un panno leggero e quindi successivamente toglierlo per 5-10 minuti per poi riapplicarlo è così in maniera alternata per circa un’ora. 

Altrettanto utile è non insistere con le applicazioni se il dolore aumenta. 

In questo modo si riescono ad ottenere i migliori effetti per il dolore il gonfiore ed eventualmente l’ematoma senza rischiare di scatenarne gli effetti collaterali.

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